SC (UCO) Radiologia Diagnostica e Interventistica - Sezione 1 - Gastroenterologica
Che cos'è?
E' l'esame radiografico del tubo digerente superiore (esofago, stomaco, duodeno) e delle anse intestinali, ottenuto mediante opacizzazione dei visceri dopo ingestione di un mezzo di contrasto radiopaco, in genere solfato di bario. I visceri del canale alimentare, infatti, non forniscono una immagine diagnosticamente valida sui radiogrammi senza preparazione e sono osservabili solo dopo introduzione nel loro interno di un preparato radiograficamente visibile. Spesso inoltre la loro immagine radiografica viene migliorata grazie all'abbinamento del mezzo di contrasto opaco con la distensione del loro lume fornita dalla dilatazione con aria o con altro gas (doppio contrasto): ne risulta una più fine visibilità delle pareti dei visceri e dei loro dettagli. La radiografia del tubo digerente è una indagine dinamica, poiché studia in tempo reale il progredire del preparato opaco attraverso le varie porzioni del canale alimentare e ne visualizza la cinetica e la peristalsi. Per questo motivo, si tratta di un esame abbastanza complesso la cui esecuzione va personalizzata alle caratteristiche e alle problematiche del paziente e che richiede per questo l'intervento diretto dello specialista radiologo.
Perché si fa?
L'esame radiografico dell'apparato digerente ha lo scopo di evidenziare le alterazioni, morfologiche e funzionali, del canale alimentare e dei suoi diversi segmenti. Questo esame fornisce una diagnosi, sovente precoce, delle lesioni organiche di tipo ulcerativo o tumorale, delle stenosi e delle formazioni diverticolari. Inoltre esso consente di rilevare alterazioni della motilità dei visceri, in particolar modo della loro peristalsi, che possono essere dovute a lesioni organiche associate (ulcere, tumori, etc.) o insorte per altri motivi. Infine, questa indagine evidenzia la posizione e i rapporti dei visceri opacizzati rendendo possibile riconoscere eventuali dislocazioni o compressioni da parte di formazioni patologiche contenute nell'addome. L'esame radiografico dell'apparato digerente non fornisce risultati diagnosticamente utili in molti casi di disturbi digestivi su base psico-funzionale e nelle flogosi delle pareti viscerali di grado lieve, situazioni nelle quali esso consente comunque di escludere l'esistenza di più gravi alterazioni concomitanti. L'esame radiografico dell'apparato digerente viene oggi spesso affiancato e sostituito dalla gastroduodenoscopia, indagine endoscopica che consente l'osservazione diretta della mucosa del tubo digerente e il prelievo bioptico di campioni di tessuto, ma non fornisce una immagine panoramica dell'addome e del suo contenuto viscerale.
Prima dell'esame
L'esame radiografico dell'apparato digerente deve essere eseguito a digiuno completo da almeno 8 ore, evitando anche l'assunzione di liquidi. Il digiuno ha lo scopo di liberare stomaco e duodeno dal contenuto alimentare che ne impedirebbe una corretta osservazione.
Come si svolge
L' esame non è doloroso né fastidioso. Il paziente, posto sull'apparecchio radiografico, viene invitato a bere il mezzo di contrasto, fornito in preparazioni commerciali dal sapore gradevole, e ad assumere eventualmente un preparato in forma di compressa o di polvere effervescente che determina in questo modo l'effetto di doppio contrasto per liberazione di gas nello stomaco. Durante l'esame, che si svolge sia in piedi che in decubito, il paziente viene invitato a girarsi nelle varie inclinazioni più opportune per osservare le diverse porzioni del tubo digerente. In alcuni particolari casi, può riuscire utile iniettare intramuscolo una piccola fiala di un comune preparato antispastico. Nel corso delle varie fasi dell'esame, l'operatore chiede al paziente di restare immobile ed in apnea per gli istanti necessari a fissare sulle radiografie i momenti e le immagini più significative. La durata dell'esame radiografico dell'apparato digerente è molto variabile e dipende dalle condizioni e dalla collaborazione del paziente e dal tipo di apparecchio impiegato: mediamente, essa può variare fra 10 e 20 minuti. In alcuni casi casi, inoltre, il paziente viene invitato a ripresentarsi dopo un intervallo di tempo di alcune ore (in genere al pomeriggio se l'esame è stato effettuato al mattino) per eseguire un'ultima radiografia sull'addome nella quale si valuta l'opacizzazione delle anse intestinali.
Dopo l'esame
Non vi è alcuna prescrizione o precauzione da osservare dopo l'esame. Nel casi sia programmata una radiografia di controllo nel pomeriggio, è consigliabile evitare un apporto alimentare eccessivo al pranzo di mezzogiorno. Il bario ingerito per l'esame viene eliminato normalmente nelle feci dei giorni successivi, che non ne risultano alterate. Durante questo periodo, e comunque per almeno 3-4 giorni dopo l'indagine, non sono eseguibili gli esami radiografici e TC dell'addome, dell'apparato urinario, del rachide lombare e del bacino, per la sovrapposizione del contenuto radiopaco intestinale.
Quando non si può fare
A parte la gravidanza, controindicazione comune a tutti gli esami radiologici, l'esame radiografico dell'apparato digerente non può essere eseguito in maniera completa e corretta in assenza di una collaborazione da parte del paziente. Nel caso che il paziente non possa stare in piedi o non possa modificare la propria posizione o il decubito, l'indagine potrà limitarsi allo studio, di necessità generico, della canalizzazione dei visceri e del transito del mezzo di contrasto. L'esame radiografico dell'apparato digerente non può e non deve essere eseguito impiegando mezzo di contrasto baritato qualora vi sia il sospetto di una occlusione o di una perforazione gastro-intestinale, poiché il bario non viene assorbito dall'organismo e dovrebbe quindi essere eliminato per via chirurgica. In questi casi, è necessario effettuare l'indagine impiegando del mezzo di contrasto iodato, solubile e riassorbibile.