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giovedì 11 dicembre 2025

Studio- Sensibilizzazione al nichel (solfato 5%) nel Nord-Est Italia, 1997-2023: prevalenza, andamento temporale e valutazione del rischio occupazionale

ASUGI informa che è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Contact Dermatitis (Wiley) uno studio multicentrico dell’Università di Trieste condotto dal Prof. Luca Cegolon (UCO di Igiene e Medicina Preventiva di ASUGI) e dalla Prof. Francesca Larese Filon (UCO di Medicina del Lavoro) sull’ allergia da contatto al nickel solfato 5% in 31.948 pazienti sottoposti a patch test in Triveneto dal 1997 al 2023 (27 anni). Il nickel è la causa più frequente di allergia da contatto, un’ipersensibilità che si può sviluppare dopo ripetute e prolungate esposizioni cutanee ad allergeni.

Nel 1994, la direttiva europea UE 94/27/CE ha disposto la restrizione dell’uso del nichel in bigiotteria ed altri prodotti da consumo contenenti tale metallo che possono entrare a contatto con la cute umana.

Sebbene si sia osservata una progressiva riduzione della sensibilizzazione al nichel in Europa dopo la promulgazione di suddetta direttiva, il beneficio si è riscontrato soprattutto nelle generazioni più giovani. Le generazioni più anziane invece, sensibilizzate prima dell’entrata in vigore della direttiva europea, contribuiscono alla prevalenza di allergia da contatto al nickel a livello globale, che tende a concentrarsi quindi sulle fasce di età più avanzata.

A livello globale inoltre, la distribuzione geografica della sensibilizzazione al nichel è eterogenea e tende ad essere superiore nei paesi dell’area mediterranea rispetto a paesi del Nord Europa, probabilmente a causa di un'applicazione tardiva e meno rigorosa di suddetta direttiva europea. Inoltre, al di fuori dell’Unione Europea - in Nord America e Giappone - continua a registrarsi una prevalenza di sensibilizzazione al nichel superiore ed in aumento nel corso degli anni, per mancanza di normative restrittive in materia.
Nello studio dell’Università di Trieste la prevalenza di sensibilizzazione al nichel era del 26,1% durante il periodo di studio (1997-2023), e seguiva un trend temporale in progressiva riduzione. La sensibilizzazione al nichel era significativamente inferiore nei maschi e osservava un andamento ad U invertita rispetto all'anno di nascita tra le femmine, passando dal 35,70% in quelle nate tra il 1955 e il 1964 al 46,24% in quelle nate durante gli anni 1965 -1974, per ridursi al 41,36% nelle femmine nate negli anni 1975-1984. L'andamento a U invertita delle reazioni positive ai patch test per anno di nascita riflette un’esposizione e sensibilizzazione al nichel in donne di età compresa tra 20 e 50 anni, prima dell'entrata in vigore della direttiva europea.
Per quanto riguarda l'occupazione, si è riscontrata una prevalenza di reazioni positive al patch test significativamente superiore tra i commercianti, mentre era inferiore tra pensionati e casalinghe. Una maggiore prevalenza di reazioni positive ai patch test tra i commercianti potrebbe riflettere un'esposizione prolungata in professioni che implicano manipolazione di monete, mentre un’immunosenescenza legata all’ età potrebbe spiegare la minore prevalenza di sensibilizzazione in pensionati e casalinghe.

Sebbene in riduzione nel corso degli anni, la prevalenza di reazioni positive ai patch test al nichel in questo studio si è confermata comunque superiore rispetto a quella dei paesi nord-europei, probabilmente per un'applicazione tardiva e meno rigorosa della suddetta direttiva europea. Altri fattori che possono contribuire alla maggiore prevalenza di sensibilizzazione nei paesi dell’area mediterranea rispetto a quelli del Nord Europa includono trend sociali che hanno spinto le donne italiane ad utilizzare precocemente prodotti di bigiotteria contenenti nickel e temperature ambientali più elevate che facilitano rilascio e penetrazione di allergeni nella cute umana da prodotti contenenti nichel.


data ultima modifica: 11 dicembre 2025