SC (UCO) Radiologia Diagnostica e Interventistica - Sezione 11 – Ecografia Senologica e procedure interventistiche ecoguidate

Che cos'è?
L’ecografia senologica consente lo studio non invasivo del parenchima mammario e dei cavi ascellari.

Perché si fa?
L'ecografia del seno non è un esame di screening.
In presenza di un sintomo clinico essa può rappresentare l’esame di primo livello consentendo di verificare l’origine del sintomo stesso (nodulo solido o liquido, raccolta flogistica, etc.).
Nelle donne asintomatiche l’ecografia trova indicazione principalmente come indagine di secondo livello in seguito all’esecuzione di una mammografia ed al riscontro di un’alterazione sospetta o di un tessuto ad elevata densità ovvero ricco di componente fibro-ghiandolare. In presenza di una importante familiarità (più casi di tumore mammario e/o ovarico in familiari di primo e/o secondo grado) è consigliabile l’esecuzione dell’ecografia mammaria a partire dai 30 anni.
L'esame non è controindicato in gravidanza ma è sconsigliato in tale condizione per l'aumentata densità del parenchima nel periodo di gestazione. Qualora necessario, può essere suggerito per caratterizzare lesioni clinicamente apprezzabili.
L’ecografia, eseguita a completamento diagnostico di una mammografia in donne di età superiore a 40 anni e con seno denso, ne aumenta la capacità diagnostica incrementando la sensibilità ovvero la capacità di riconoscere i tumori.
L’ecografia consente infine l’esplorazione dei cavi ascellari normalmente mal valutabili con la sola mammografia.

Prima dell'esame
Non è prevista alcuna preparazione.

Come si svolge
L’esame viene eseguito a paziente sdraiata in posizione supina e con le braccia sollevate dietro la testa; fra sonda e cute viene applicato un gel per evitare che l'aria interposta blocchi gli ultrasuoni.

Dopo l'esame
Non sono previsti regimi o prescrizioni particolari.

Procedure interventistiche ecoguidate
Sono tecniche di prelievo di cellule (agoaspirato) o tessuto mammario (agobiopsia),adoperate quando vi è un dubbio diagnostico relativo ad alterazioni strutturli evidenziate da esami diagnostici precedenti.
Consentono di prelevare con un ago cavo attraverso la cute campioni (liquido o frustoli di tessuto) da sottoporre all'esame citologico o istologico; citologia e istologia permettono lo studio della natura e delle caratteristiche dei tessuti per stabilire se la lesione è di natura maligna o benigna.
L'agobiopsia, a differenza dell'agoaspirato, è più invasiva e viene praticata in anestesia locale.
In caso di terapia in atto con anticoagulanti e/o antiaggreganti, potrebbe essere necessario sospenderne temporaneamente l’assunzione.
La persona sottoposta a procedura interventistica ecoguidata può tornare subito dopo alla propria abitazione ed è consigliato un periodo di riposo di alcune ore.
Nei giorni successivi potrebbero manifestarsi fastidi nell'area del prelievo, mentre non deve spaventare la presenza di piccole chiazze simili a lividi che coincidono con la piccola diffusione di sangue nei tessuti che circondano il punto.