Studio epidemiologico multicentrico per l’allergia da contatto alla Neomicina
venerdì 10 gennaio 2025
ASUGI informa che è stato pubblicato sulla rivista internazionale Contact Dermatitis uno studio epidemiologico multicentrico - condotto del Prof. Luca Cegolon (UCO Igiene e Medicina Preventiva) e dalla Prof.ssa Francesca Larese Filon (Direttore dell’ UCO di Medicina del Lavoro) – che ha indagato la prevalenza dell’allergia da contatto alla Neomicina in oltre 30.000 pazienti visitati e sottoposti a patch test in vari ambulatori allergologici del Nord-Est (Trieste, Padova, Pordenone, Rovigo e Trento/Bolzano) dal 1997 al 2021 (per un totale di 25 anni).
La Neomicina - antibiotico a largo spettro della famiglia degli aminoglicosidi - agisce bloccando la sintesi proteica ed è efficace contro batteri Gram positivi, Gram negativi ed anaerobi.
L’applicazione topica della Neomicina trova indicazione contro infezioni di cute, orecchio ed occhio, mentre in soluzione viene utilizzata per trattare infezioni urinarie o per irrigare il peritoneo durante interventi di chirurgia addominale. La somministrazione orale di Neomicina è anche indicata in odontoiatria e prima di interventi di chirurgia generale per sopprimere la flora batterica intestinale riducendo il rischio di infezioni intra-operatorie. La Neomicina viene utilizzata anche in ambito animale, da veterinari, allevatori o venericoltori.
Oltre ad intolleranza (nausea, vomito, colite) e antibiotico-resistenza, inconvenienti comuni a tutti gli antibiotici, la neomicina può anche dare allergia da contatto in caso di utilizzo topico.
La dermatite allergica da contatto indotta da medicamenti topici è un evento abbastanza frequente, spesso sotto-diagnosticato o confuso con infezioni da parte di medici non esperti in allergologia o dermatologia. La presentazione tipica dell’allergia da contatto da neomicina include eritema, edema, vescicole e/o croste in corrispondenza di una ferita chirurgica, qualche giorno dopo l’applicazione di pomate antibiotiche contenenti tale antibiotico.
Dopo il primo caso di allergia da contatto da neomicina, descritta nel 1952, tale antibiotico ha acquisito progressiva importanza nel corso degli anni, fino a venire eletto allergene dell’anno nel 2010 dall’ American Contact Dermatitis Society.
Nello studio epidemiologico multi-centrico condotto da ASUGI e dall’ Università di Trieste la prevalenza di allergia da contatto alla neomicina era 2.29%, in progressiva riduzione nel corso degli anni, soprattutto dopo il 2003. La sensibilizzazione alla neomicina aumentava con l’età, soprattutto in pazienti di sesso femminile di età superiore a 60 anni e affette da dermatite alle gambe. La maggior parte dei pazienti allergici alla neomicina reagiva anche ad altri allergeni (co-sensibilizzazione), soprattutto verso ingredienti utilizzati in creme ed emollienti come lanolina, benzocaina o conservanti con timerosal.
La progressiva riduzione della prevalenza di allergia da contatto alla neomicina riscontrata nello studio di ASUGI probabilmente riflette la ridotta circolazione dell’antibiotico in Italia, per effetto di politiche dirette a contenerne prescrizione ed acquisto da banco. In alcuni paesi come la Danimarca la neomicina è stata addirittura ritirata dal commercio dal 2009 per uso medico sull’ uomo. Tali politiche sanitarie sono state implementate anche in Canada, ma non in USA, dove fra il 2011 ed il 2018 la Neomicina è addirittura arrivata ad essere l’aptene più frequentemente responsabile di allergia da contatto.
Anamnesi farmacologica e patch test sono strumenti essenziali in caso di sospetta allergia da contatto alla neomicina, soprattutto in pazienti più avanti con l’età, più frequentemente trattati con medicamenti ed antibiotici topici per varie condizioni, fra cui dermatite da stasi.
SSD Comunicazione, URP, Relazioni esterne, Ufficio stampa