Morti cardiache improvvise: a incidere sono abusi, genetica e stili di vita non corretti

 lunedì 4 novembre 2024

In prevalenza uomini con età media intorno ai 40 anni, nel pieno benessere e in situazione di riposo al proprio domicilio. È questo l’identikit che emerge dai 102 decessi analizzati dal primo gennaio 2021 per il Registro regionale delle morti improvvise cardiache in età giovanile istituiti su impulso del professor Gianfranco Sinagra con una legge regionale nel 2020.

Il dato è stato presentato durante la prima edizione del congresso internazionale sulla morte cardiaca improvvisa che si è tenuto a Trieste dove si sono ritrovati oltre 160 professionisti da tutto il mondo e che il prossimo anno si ritroveranno a Skopije proprio in virtù della scelta di allargare il registro delle morti cardiache anche ai paesi dei balcani. 30 dei 102 decessi analizzati sono legati all’abuso di sostanze stupefacenti, spesso in associazione tra loro o a farmaci psicoattivi o ad alcool. Metadone, cocaina ed eroina le sostanze d’abuso più frequentemente trovate. In quindici casi, al fine di identificare la causa della morte è stato necessario un accertamento genetico e per sicurezza sono stati controllati anche i familiari delle vittime. I restanti decessi sono legati a non corretti stili di vita e una predisposizione dei singoli soggetti e poi un’altra fetta è legata a cause extra cardiache. «Mi preme sottolineare – ha aggiunto il prof. Sinagra direttore della cardiologia triestina – l’importante  spirito di collaborazione tra Cardiologi, Medici Legali, Patologi, Genetisti e Radiologi. È centrale anche il ruolo dei medici di medicina generare che sono generatori di conoscenza, promotori di buone pratiche e importante punto di riferimento per le famiglie».